Il Ballo Della Morte by Hamilton Laurell Kaye

Il Ballo Della Morte by Hamilton Laurell Kaye

autore:Hamilton, Laurell Kaye [Hamilton, Laurell Kaye]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 9788850215522
editore: Nord
pubblicato: 2005-11-14T23:00:00+00:00


CAPITOLO 20

La stanza d'ospedale era color malva e aveva alcuni quadri di fiori appesi a una parete. Anche il copriletto era malva, mentre le lenzuola erano rosa. Monica giaceva a letto, collegata a una flebo e a due diversi monitor.

Una fascia intorno al ventre controllava costantemente le contrazioni, che fortunatamente erano cessate. La seconda apparecchiatura monitorava il battito cardiaco del feto, che sulle prime mi aveva spaventata perché era troppo veloce, come quello di un uccellino. Ma poi, quando le infermiere mi avevano assicurato che era normale, mi ero tranquillizzata. Dopo due ore quel battito frenetico era diventato per me come un piacevole rumore di sottofondo.

Il sudore aveva appiccicato ciocche di capelli sulla fronte di Monica e le aveva sciolto il trucco perfetto. Alla fine i medici erano stati costretti a somministrarle un sedativo, anche se per il nascituro non era esattamente il massimo, e Monica era caduta in un sonno lieve, quasi febbrile. Girava la testa, muoveva gli occhi a scatti sotto le palpebre abbassate, apriva e chiudeva la bocca, deglutiva. Sembrava immersa in qualche sogno, probabilmente un brutto incubo, dopo la nottataccia che aveva avuto. Erano quasi le due e io non ero ancora andata in centrale per rilasciare la mia deposizione al detective Greeley. Stavo aspettando Catherine, che mi avrebbe dato il cambio al capezzale di Monica, e non vedevo l'ora che arrivasse.

Sulla mano destra avevo una serie di piccole ferite a mezzaluna che mi aveva procurato Monica quando si era aggrappata a me come se fossi stata l'unica cosa che avrebbe potuto impedirle di crollare. Quando il dolore delle contrazioni era diventato insopportabile ed era sembrato che, dopo il marito, stesse per perdere anche il figlio, Monica mi aveva conficcato nella carne le sue lunghe unghie smaltate. Un'infermiera era intervenuta solo dopo aver visto i lunghi fili di sangue cremisi colarmi lungo la mano. Appena Monica si era calmata mi avevano medicata con i cerotti dei personaggi dei cartoni animati che in genere usavano per i bambini, quindi mi ritrovavo con la mano tutta coperta di Topolino e Pippo.

Non avevo acceso il televisore della stanza, quindi gli unici rumori erano il ronzio dell'aria condizionata e il battito cardiaco del bambino.

Un agente in uniforme era di guardia fuori della porta perché, se Robert era stato assassinato da un gruppo di fanatici, non si poteva escludere che anche Monica e il bambino fossero in pericolo. Se invece il movente dell'omicidio era personale, allora poteva darsi che Monica sapesse qualcosa.

In ogni caso aveva bisogno di protezione, quindi la polizia aveva provveduto. A me stava benissimo, visto che l'unica arma che mi restava era il pugnale sulla schiena. Sentivo davvero la mancanza delle mie pistole.

Appena il telefono sul comodino squillò, balzai dalla sedia per rispondere subito, temendo che Monica si svegliasse. Accostai la cornetta alla bocca e risposi in tono pacato, anche se il cuore mi batteva forte. «Sì?»

«Anita?» Era Edward.

«Come hai fatto a sapere dove sono?»

«L'unica cosa importante è che, se sono riuscito a trovarti io, allora può riuscirci anche qualcun altro.



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